Federazione e Dilitio, ricerca continua
Analisi di un rapporto simbiotico
2266/08/27 SOL III
Giorni fa mi sono ritrovata ospite in una classe di prima elementare su SOL Terzo, a San Francisco. Da economista non mi capita certo tutti i giorni di avere a che fare con un pubblico così giovane. I piccoli di ogni specie sanno rivelarsi estremamente curiosi. Ed è proprio da una delle loro domande che l’idea per questo editoriale mi è balzata alla mente:
“Signora Astro, cosa fa muovere le astronavi?”
Buffa nella sua ingenuità, o almeno così pensavo all’inizio. E’ il motore a curvatura che permette alle navi della Federazione di solcare i mari celesti. Questa tecnologia permette alla sottoscritta, a quello stesso ragazzino e a voi gentili lettori di compiere traversate siderali da un lato all’altro del quadrante. Noi dipendiamo dal motore a curvatura e il motore a curvatura dipende dal dilitio.
Le proprietà del dilitio cristallino sono note genericamente anche ai profani, si tratta di un composto essenziale per la reazione materia/antimateria che è la base della propulsione a curvatura di qualsiasi vascello Federale attualmente in servizio. L´annichilazione di materia e antimateria è un processo che produce una gran quantità di energia in modo incontrollato, il suo sfruttamento è stato possibile solo controllando la reazione attraverso il dilitio tramite un processo di catalisi.
Nell'immagine un cristallo di Dilitio
Tutto molto bello.
Se non fosse che questo miracolso cristallo non è indistruttibile. Sottoposto a tale continuo stress il minerale tende con il tempo a decristallizzarsi, perdendo così qualsiasi proprietà utile .Se uniamo questo fattore all’estrema rarità con la quale si forma in natura si comprende molto bene come il commercio interno o esterno di tale minerale sia vitale per qualsiasi civiltà lo adoperi. Tutt’oggi la Flotta Stellare, esortata dagli organi di governo, mantiene la ricerca di nuovi giacimenti in cima alla propria agenda. Voci di corridoio sostengono che in questi mesi il Comando abbia autorizzato diverse missioni esplorative proprio a tal scopo. Come non citare poi le innumerevoli compagnie private determinate a ritagliarsi una fetta sostanziosa di questa grande torta energetica.
Ma questo modello economico quanto potrà durare? Quanto tempo passerà prima che l’esaurimento dei depositi conosciuti spinga aziende e governi ad investire capitali sempre maggiori nella ricerca di queste piccole pietre? Decenni forse? Non ce ne rendiamo conto quotidianamente ma il nostro stesso stile di vita dipende dalla disponibilità di questo materiale e dalla capacità di scovarlo prima di essere impossibilitati a spingersi "la dove nessuno è mai giunto prima".
Una civiltà che si poggia su fondamenta tanto fragili si potrebbe definire evoluta o sicura? Riusciremo realmente a trovare una soluzione prima che accada l’inevitabile?
Lo spazio è molto vasto, occorre solo non restare a secco.
Professoressa Nanako Astro,
docente presso il dipartimento di economia dell’Università di San Francisco.