DIARIO PERSONALE DI LEATITIA LINDEN
Data Stellare 06.07.2269
Diario di viaggio
29.6.2269
Mi sono materializzata, letteralmente, in casa di Armànd, della sua famiglia, nelle campagne di Saint Rèmy. E’ difficile descrivere le sensazioni, anche dopo qualche ora, dopo l’emozione dei primi istanti. Sentivo di essere a casa e avevo paura di sentirmi a casa. Niente era familiare, eppure tutto lo era: ho sentito intenso il desiderio di conoscere ogni angolo di quella casa, di saperne riconoscere i profumi, di sapere a memoria cosa conservasse ciascun cassetto e cosa si nascondesse dietro ogni anta di legno. Volevo essere a casa. Se lascio riaffiorare le emozioni, le rivivo di nuovo come un brivido sulla pelle: la semplicità, la bellezza, l’ordine, l’amore che scaturisce da ogni dettaglio, da ogni fotografia incorniciata, da ogni ritratto appeso al muro. Ancora non riesco ad essere certa che non sia tutto un sogno e che tutta questa perfezione non sia in realtà soltanto il costrutto che un essere ignoto, come il pianeta AK-235, ha inscenato per noi, per me. Seppure così fosse, non voglio svegliarmi.
La passeggiata tra i filari è stata la seconda emozione: i grappoli sono già ricchi, la vendemmia non è lontana. Tutto sembra in trepida preparazione di quel giorno. E poi la chiesina: Notre Dame de la Guarde. Una piccola delizia dimenticata tra i vigneti, un occhio benedicente della Dea Madre, su chi fa dei ritmi della natura il proprio metronomo di vita.
Abbiamo parlato di cose che iniziano lì e che non possono che risplendere di felicità per sempre, di amore agostiniano e di progetti per la serata. E poi è stato facile metterli in atto. Una manciata di stelle, per una volta lontane, sa e ha visto come si rendono vividi i sogni.
30.6.2269
Viaggiare per un giorno intero sopra una moto richiede una certa dose di coraggio e vertebre robuste! Io mi sono semplicemente aggrappata alla schiena di Armànd, mi sono appoggiata a lui e ho lasciato che la strada corresse veloce sotto i piedi e il cielo ci seguisse pigro sopra la testa. La campagna francese è un tripudio di colori in questa stagione: salendo verso nord, man mano che la temperatura scende, si digrada dal lilla della lavanda al giallo del tarassaco e la sensazione è di aver percorso un arcobaleno di sfumature, lunghe molte miglia.
Mont Saint Michel è stato il nostro punto di arrivo: è affascinante, sospesa nel tempo e nello spazio, così come me l’aspettavo. Ormai sto quasi facendo l’abitudine a questa atmosfera di sogno, di fiaba, che il paesaggio a suo modo alimenta: è bello pianificare le nostre giornate, le escursioni, gli orari e i ritmi per non perderci nulla di quel che c’è da vedere e poi… far sfumare tutto, semplicemente perché ci siamo fatti prendere dalla voglia di stare insieme, di infilarci nella doccia, di prendere dell’improbabile cibo di strada e gustarcelo a letto.
L’idea di fare una festicciola alla fine della licenza, nel casale De Rochefort, mi entusiasma: sarebbe l’ambientazione perfetta per una serata allegra tra amici! Vediamo se l’ideuzza prenderà man mano concretezza o svanirà nella marea delle ipotesi. Io una piccola mano ce la metto…
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2.7.2269
Dinan. Una cittadina medievale assiepata lungo il fiume Rance, a non molta distanza dalla ben più celebre Saint Malo, in Bretagna. Poche casette di pietra, tanti fiori alle finestre, pulizia, ordine, freschezza, negozietti di artigianato e ristorantini affacciati sull’acqua per assaporare le specialità locali. Un borgo come tanti, nelle campagne dell’entroterra, dal profumo non troppo lontano dell’oceano. Ma questo no, non lo dimenticherò più.
Come fai, Armànd, a sorprendermi continuamente? A parlare di figli con leggerezza e ironia e, nemmeno un’ora più tardi, propormi due fedine in una scatolina, da scambiarci guardandoci negli occhi? Per tanti mesi ho immaginato come sarebbe stato, stare insieme, ma nemmeno nei miei baloccamenti mentali più azzardati ero arrivata fin qui. Alla promessa di un viaggio in due.
Non è tanto guardare la fedina al mio anulare che mi colpisce, quanto vedere la tua, al tuo. Capire che non hai alcuna ritrosia nel far sapere al mondo che siamo legati, ecco questo sì, mi travolge di felicità ogni volta: forse perché ti ho sempre pensato così riservato e discreto nei tuoi modi, morigerato nel mostrare i tuoi sentimenti, che il fatto che ora tu voglia mostrarli senza esitazione mi fa rendere conto di quanto siano profondi, più di quanto non dicano le parole.
Mi ero abituata all’idea di essere una compagna dalla presenza discreta, capace di esserci sempre nell’intimità ma disposta a lasciarti esibire in pubblico quel tuo apparente cinico distacco da ogni sentimentalismo, a misurare i miei gesti e la mia espansività per non metterti in imbarazzo. E invece, ti guardo così, vestito di nulla se non di quella sottile fascia d’oro bianco al dito e so che non dovrò nascondere quello che provo, non più. Esiste felicità più grande?
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4.7.2269
Ci voleva, effettivamente, anche un po’ di spiaggia, di sole e di mare. E così, ci siamo fermati a Crozon, una zona piena di spiaggette ritagliate tra costoni di roccia su cui si abbarbicano piante e fiori sorprendentemente verdi. Abbiamo deciso che, al ritorno in servizio, chiederemo di alloggiare insieme: nel pacchetto, è incluso anche lo spazio privato che ciascuno di noi merita e che ci rende liberi di amarci senza soffocarci a vicenda. So rispettare i confini, non sarà un problema sapere che ci sono segreti a cui non posso accedere. Ma tutto il resto sarà meravigliosamente fiabesco, persino decorare la nostra mensola della felicità.
La vacanza sta terminando e la celebreremo, come merita, con una festa rigorosamente non-festa, a casa di Armànd. Adoro il modo in cui protegge la bellezza della sua tenuta, anche nelle piccole cose, come il dresscode maschile: è il suo modo di essere sempre attento ai dettagli. So che niente gli sfugge e, in qualche modo, questo è un pensiero che mi rassicura molto: non avrò mai bisogno di espedienti per attirare la sua attenzione né dovrò preoccuparmi di non essere empaticamente compresa, ma, di contro, non potrò mai confidare nel fatto che mi guardi in modo così superficiale da non notare le mie defaillance!
5.7.2269
Una festa bellissima! Ops! No, non una festa, ma un sobrio raduno tra amici per degustare del buon vino e salutare in modo appropriato il termine della licenza! E tuttavia, bellissima! Tutto assolutamente perfetto, il cibo, gli ospiti, il vino, la musica, l’allegria, i buoni propositi di tornare in tempo per la vendemmia. Ho annotato la data: ultima settimana di agosto. Stavolta non ci sarà un pianeta Melara a rapirci lontano: voglio anch’io raccogliere quell’uva che, tra cinque anni, assaggeremo brindando a noi come siamo ora, a noi come saremo in quel momento e a noi come saremo ancora, nel futuro. Un viaggio è finito, il nostro viaggio in due è appena iniziato.