JUST A MAPLE LEAF...
Data Stellare 20.12.2267
CHRISTMAS LIGHTS
Piantoni camerate. Corpo di guardia. Armeria. Lavanderia. Scelti di giornata.
Aula, primo ordinario, aula, secondo ordinario.
Pausa. Palmare. Caffè. Thè.
Gli ultimi giorni sono stati un leggero ritorno al passato, che mi ha riportato in uno stato molto prossimo alle macchine. Programmata per istruire un primo anno. Corso tranquillo, nulla a che vedere con il mio ma...
Annullata. Del resto sono pur sempre una cadetta... in Accademia. La gavetta continua. Lunghi serpentoni di allievi che in fila corrono su e giù per l´istituto, si inquadrano, marciano, urlano. Marcano visita, non rispettano le disposizioni, urla, scrivi, rapporta. Compila rapportini, correggi dispense, vigila.
Tutto il giorno. Smonto... rientro in alloggio multiplo ma son sola. Solitudine... avvertita la prima volta quando Luke si arruolò in Flotta... esplosa quando ci comunicarono che non avrebbe mai più fatto ritorno. I pianti sommessi, nascosti a stento di mamma, i mesti silenzi ricchi di dolore di papà.
Sola come sono sempre stata da quando lasciai Yellowknife la prima volta per Calgary. Circondata da esistenze vuote, stupide feste... fortuna che non avevo bisogno di nessuno... presenze frivole... negative. Avevo ancora Wapusk Street, la Canada Parks, il mio Canada... persi anche quelli. Maledetto quel giorno, maledetta quella nave. Mi giocai il tutto per tutto, stupidamente... pagando a caro prezzo.
Riottenni nuovamente parte di quello che ebbi, ma Julia Jones era cambiata per sempre. Proverbio inuit dice: anche l´aquila più forte non può volare oltre le stelle.
Aquila... che stupenda creatura. Ai campi formativi della CP mi chiamavano Eagle. Riuscivo sempre a vedere tutto prima degli altri. Eppure Eagle ormai è cresciuta... ed ha volato oltre le stelle. Non la più forte... del resto questo stupendo predatore perfetto è un solitario maestoso e ricco di fascino. E che sta bene da solo. Impara a star bene da solo. Un po´ come me forse...
Per la prima volta dopo diverso tempo ho avvertito la sensazione di non esserlo più. Durante i quattro anni in Accademia ho sempre avvertito San Francisco come un luogo di passaggio, nel quale non avrei potuto mettere radici, per qualche strano motivo. Circondata da cadetti, storie provenienti da parti del mondo diverse... eppure ero sempre Eagle, maestosa, solitaria, criptica. Testa bassa e pedalare.
Mi rendo conto, mentre osservo le luci natalizie che campeggiano negli ambienti accademici, con i cadetti che fremono di raggiungere le loro famiglie, che per la prima volta anche io ho un posto che posso considerare casa. Una canzone di un noto gruppo irlandese del ventunesimo secolo recitava "A house doesn´t make a home"... ed in effetti è stato così. Girare per gli ambienti accademici e sentire i cadetti mormorare "E´ Jones della Genesis" è un forte senso di appartenenza.
Ma la cosa più bella è essere passata, negli ambienti di bordo ora proiettati sulla Terra, da "quella cadetta nuova" a "Jones... Julia". Manifestazioni di stima, simpatia, inclusione.
Genesis brava gente.
Ho ancora memoria del primo poligono di tiro con il mio ufficiale istruttore, il Tenente J.G. O´Brien... detta Valerie, o viceversa. Tra i ghiacci del Nunavut o dei NWT non ho mai avuto modo di conoscere un´orioniana da vicino. Negli ambienti universitari di Calgary ne ho sentito parlare, in accademia ho potuto vederli.
Sulla Genesis... ne ho conosciut(a). Mai una parola fuori posto, sempre sul pezzo... ed una mezza sventolata per colpa di qualche stupido fiore stupefacente. Di grande appetito... sarebbe stata bene con il team griglia della Canada Parks del NWT. Legata sentimentalmente al responsabile delle investigazioni, il Tenente JG Smith. Riconoscerei il suo accento irlandese anche nel silenzio assoluto dello spazio interstellare. Persona a modo, approccio pragmatico e fiducia nel personale, al punto da assegnarmi un caso vero e proprio... che devo ancora terminare. A occhio e croce, si porta appresso un bagaglio professionale di tutto rispetto. Chissà dove ha studiato... Questa sorta di quarantena dell´unità ha rallentato le indagini... ma appena torno su dovrò rimettermi al lavoro.
Tenente Von Desslok, detta "capo"... o viceversa! Probabilmente se non avessi avuto incontri ravvicinati con diverse specie di orsi e puma, avrei avuto timore di una personalità del genere. Uno schiacciasassi, tagliata con l´accetta, di competenza e personalità. Proveniente dalla montagna, da cui ha sicuramente acquisito severità e fermezza... e forse un po´ violenta, ma che carattere! Proprio ieri mi ha chiesto di tenermi libera per coadiuvare la sua organizzazione del piano di sicurezza per la festa dell´equipaggio, cui accorreranno anche i familiari ed i cari di tutti... eccetto i miei. Non posso permettermi di fare figure di m**da.
Tenente Comandante Forester. Personalità esplosiva, solare, eclettica. Non ho avuto modo di averci a che fare a bordo per motivi di servizio, eppure credo sia stato uno dei caffè più alternativi della mia vita. Ci conosciamo da appena mezz´ora e mi ha chiesto se avessi trovato l´amore a bordo... destino beffardo, poco dopo mi sono ritrovata con un invito accettato da Emily per andare a vedere le mie personalissime aurore boreali... sentimentalmente parlando è stata una scarica emotiva più forte della forza di gravità. Forester si fa chiamare fata... che ci sia lei dietro a tutto ciò?
Tellariti. Probabilmente ciò che considererei un fiore all´occhiello della mia unità. Lampi di genialità mista a follia nella monotonia di un viaggio a curvatura o di un sistema morto. Senza peli sulla lingua, affrontano gli argomenti di zanna, letteralmente, spesso litigano, alzano i toni... eppure sarò riconoscente alla loro gente per tutta la vita, per motivi diversi. Mi ha fatto molto piacere lavorare in sezione in compagnia del signor Xante, Guardiamarina con la bocca della verità incorporata.
Vulcan a bordo. Mi hanno sempre fatto specie da quando scoprii che il loro pianeta non esiste più. Hanno perso tutto, eppure son sempre lì, al loro posto, come sono sempre stati, fedeli ai dettami della loro amata... se si può parlare di sentimenti, logica. Eppure, appartengono al mio Kanata in costruzione. Eppure... la logica può sorprendere, basti guardare le feste organizzate in quel resort di montagna... cui spero di andare per festeggiare con le persone cui voglio bene... e qualcosa in più.
Nutrita anche la rappresentanza di mamma Accademia a bordo. Ho assistito, in differita, alla promozione di Mitchell, mia collega di camerata, al grado di Guardiamarina. Pur non avendo condiviso particolari momenti per lei, l´ho sentita come una vittoria collettiva, un ciclo che si conclude con successo tra noi.
Discorso diverso per Jacobson... è in gamba, ma sono rimasta scioccata dai modi un po´ bruschi anche con i superiori... nonostante sia una ribelle in quiescenza, devo ricordarmi di evitare certe uscite. Lodevoli i suoi tentativi di chiedermi un appuntamento... ma credo che ormai sia chiaro il mio orientamento sessuale a bordo, chissà se se ne è accorto. Però... voglio dire, è lì. Mi ha fatto anche un terzo grado degno di nota una sera a mensa... colpa mia che sono andata a sedermi lì. Collega.
Il medico capo Zontrax, con il suo umano "Julia" che mi accoglie tutte le volte che gli faccio visita... per lo stesso motivo. E´ stato un ottimo viaggio di discesa quello fatto con lui ed il Tenente Smith sulla navetta. Tutti contenti di condividere la stessa destinazione, che è stato il nostro punto di partenza...
Gli ufficiali, i sottufficiali... siamo tutti membri di una grande famiglia che a volte dimentica di essere tale.
Infine, c´è lei... non saprei da dove cominciare... inizialmente colpita dal suo forte carattere, mi sono letteralmente sciolta nell´osservarla prendere decisioni. Forte come la natura che mi ha cresciuta, con un lato umano da difendere e rispettare, come gli spiriti e le entità di certe notti passate in luoghi sacri alle First Nations della mia terra. Ho dovuto ignorarla per settimane, del resto ero l´ultima ruota del carro... probabilmente lo sono ancora. Non era opportuno, non avevo modalità... potevo soltanto guardare. Fatta salva la breve fiammata dei fiori, ho dovuto reprimere quotidianamente sentimenti di fuoco, quasi al punto di dimenticarmene.
Fino a quell´invito accettato. Paura di sconfinare dal ruolo... per me che fondamentalmente ho avuto paura poche volte in vita mia. Qualcosa di nuovo, speciale, forte. Iktsuarpok: la sensazione di attesa prima di incontrare qualcuno... persistente, fissa. Altre parole sarebbero riduttive... eppure son qua a scrivere su questo tavolino del bar dell´Accademia, torturando il mio berretto, con migliaia di domande su ciò che sarà quando quest´atmosfera di luce natalizia sarà passata. Vivo ogni momento, il tempo fugge veloce... velocemente mentre ardo forte come ardono i cieli del nord... e vorrei che tutto questo ci seguisse, lassù, dove non osano le Aquile... ma dove oso io. Necessariamente.
Non dovrei pormi domande su certe cose... eppure, con la testa tra le nuvole, divisa tra le mansioni di inquadratrice ed un tempo libero che sembra sfuggirmi dalle mani, non posso che ripensare a quanto fortemente mi sia persa in quello sguardo che, da qualche centimetro più in basso, trasmetteva energia e passione.
E poi riesco a ridere di gusto, cosa che fuori dalle public houses di Yellowknife non sempre ho potuto fare... vuoi per non disturbare spiriti e fauna tra la taiga e la tundra, vuoi per non essere punita in Accademia, vuoi per non essere rispedita a casa. Le ho inviato un messaggio con delle informazioni per il fratello più piccolo... un vulcano di energia. Tiene moltissimo a lui... come Luke teneva a me... anche se siamo in contesti differenti. Per quel qualcosa che provo e che cresce, spero di cuore che le energie del Great White North possano fargli bene e proteggerlo.
Un antico proverbio terrestre recita che la festa del Natale ricorda a chi è solo che è solo... per me che ho sempre convissuto e a tratti apprezzato la solitudine, questo assume un significato particolare.
Le insistenti voci che giravano su Radio Flotta riguardo una possibile licenza si sono avverate, dalle 00.00 del 21 di dicembre saremo in licenza. Natale è alle porte, probabilmente nella prima volta in vita mia farò dei regali... il mio l´ho già ricevuto, spero solo che duri ancora e ancora... e che non sia una caduca foglia d´acero così come mi sono sempre sentita io, dispersa dal vento per il mondo ed oltre.
Una volta messa in libertà, potrò raggiungere un posto dove abbracciare e ridere con qualcuno di speciale. Quattro anni passati a vedere le feste dei giorni e notti trascorsi in compagnia del mio Inukshuk, insieme a qualche mascotte della Canada Parks, più serate villiche nei nostri pub, non senza qualche incidente di percorso che chissà per qualche strana legge della fisica non sia giunto alle orecchie della gerarchia del battaglione.
E tutte queste luci, nelle quali rivedo tutto quello passato in quest´ultimo anno, non posso che focalizzarmi su quel 13 ottobre 2267, quando sono salita a bordo della Genesis per la prima volta, con una borsa piena di pezze americane, un bagaglio di ricordi smarriti ed un forte senso di nostalgia con il quale convivo tutt´ora, con la differenza che ora so un po´ di più chi sono. E che forse, Kanata può essere anche altrove. Non dimenticherò mai quella radura con il mio omino di pietra, dal principio fino all´ultima volta in cui sono stata lì, dove mi sono sentita nuovamente viva con lei.
Sarà una grande festa, ancora non è noto il dress code, ma forse potrei anche fare uno strappo alla regola e abbandonare per una volta quella corazza di abbigliamento duro da ranger, pronta a fare a botte con orsi ed avventori ubriachi. Chissà... non sono ancora sicura di questo francamente... non è una decisione da prendere alla leggera. Oltretutto, 182 centimetri sono da gestire... se metto qualcosa di alto, finirei per attirare i fulmini. Spero più che altro di non farmi prendere da altre derive isolazioniste... come ho fatto sovente a Calgary anche all´ultimo momento, snaturando completamente qualcosa che credevo di vivere... ma non credo sarà questo il caso.
Oh Christmas Lights, keep shining on. Non dimenticherò mai, nel bene e nel male, queste luci di questo Natale, aspettando un cambio di data stellare tutto da vivere e da scoprire.
Buone feste USS Genesis. Un modo strano di porgere gli auguri su una digitazione fredda e personale, ma che troverò il modo di estendervi quando saremo tutti riuniti... o magari rimandando il discorso a quando diventerò un ufficiale a tutti gli effetti.
Just a Maple Leaf, come mi definì un anziano del Nunavut prima di arruolarmi. In fondo un alito di vento può cambiare tutto. Alla gente fa paura pensare che questo sia completamente fuori controllo. Forse anche a me... e finchè vivrò tra questa gente, dovrò fermarmi... soprattutto lì, dove vorrei io, come scrivevo qualche giorno fa.
E buone feste a te... Qualcosa in più. Discorso diverso. I miei occhi di ghiaccio che nascondono una forte fiamma hanno già parlato.
Promemoria:
Discorso di auguri al primo anno prossimo alla licenza natalizia.
Servizi allievi da stilare per il rientro dalla licenza.
REGALI
(essere Julia... fino in fondo)