DIARIO PERSONALE DI EMILY GALLAGHER
Data Stellare 14.07.2267
Ore 18:00 di un pomeriggio qualunque.
Ponte otto.
Studio del consigliere.
Posso? <come sempre in questi casi solo la testa di Emily Gallagher fa capolino, come se tutto il resto del corpo fosse in realtà altrove o pronto alla fuga> Se non posso vado via eh...
Buonasera Tenente...La stavo aspettando <indica la poltrona con un dito, un gesto perentorio a dire il vero>
<un leggero sospiro ed uno sguardo vagante accompagnano il breve percorso tra la porta e la poltrona, un passo ciondolante e riluttante che si interrompe solo quando le ginocchia si piegano per sedersi, braccia lungo i braccioli, sguardo sul consigliere>
Ho pensato di lasciarti sedimentare un po la cosa prima di convocarti <la guarda con un leggero sorriso, molto attenta> darti il tempo di elaborare..<rimane a guardarla>
Ma ci sta Martin Luther King a mensa sa? sono andata a dire due parolacce contro la guerra del vietnam, sono anche sfuggita alla polizia che voleva sfollarci con i manganelli...<piccola pausa> qualsiasi cosa ci sia dentro questa nebulosa è quasi divertente..<abbozza un sorriso sarcastico> viene anche lei? Le insegno a scappare dai manganelli degli sbirri.<rimane a fissarla alzando appena un sopracciglio>
No no, grazie..<sorride appena> per quanto il momento storico fosse importante..preferisco viverla dalla parte dello spettatore pacifico! <inclina appena il capo> avere qualcosa su cui concentrarsi fa bene,anche il lavoro aiuta ma ...<scuote il capo> la mia domanda benchè sottintesa, è ancora qui...risponderai? <rimane ad indagarla con sguardo bonario e pacato> io spero di si.
E cosa vuole che le dica...<alza le spalle con la solita noncuranza di chi si lascia scivolare il mondo addosso o forse semplicemente lascia che le cose si infrangano contro di se, facendo finta di non sentirle> L´ennesima anestesia della mia vita...vivo come i nani di moria nella terra di mezzo, prima o poi un balrog si risveglierà e sarà un casino. Non sarei qui altrimenti, se fossi capace di superare le cose senza autodistruggere me e chi mi sta accanto, evito la gente perchè mi rompe il ca**o...penso che si possa riassumere tutto così.
Proprio per questo voglio che tu smetta di tirare in mezzo metafore...<risponde> solo per costruirti finte ragioni buone a nulla..<le si avvicina un pò, protendendo il busto in avanti> parlami di quello che senti...per favore Emily...lascialo andare, qui è al sicuro.
<L´incontro di sguardi tra il tattico ed il consigliere durò solo un attimo il tempo per Emily di alzarsi dalla poltrona e andare alla finestra , quindi voltarsi verso la scrivania del consigliere, prendere una tazza, un D-note, due antistress squishy a forma di ciambella e iniziare a tirare tutto con forza verso le paratie, stessa sorte toccò ai soprammobili dello studio, l´unica sua cura fu quella di non colpire il consigliere, nel marasma di urla, calci e pugni che ne conseguì e che si fermarono solo quando il metacarpo della giovane iniziò ad implorare pietà, nessun lembo di pelle era rimasto sano, il respiro era veloce , lo sguardo fisso sul muro>
L´ho lasciato andare...<rispose semplicemente> posso lasciarla andare? <chiese alzando lo sguardo mesto sulla donna che le stava di fianco> è meglio per tutti che nessuno si avvicini a me, non c´è nulla di buono per nessuno...
<Il consigliere passò interminabili secondi a fissare le suppellettili del suo studio andare in pezzi, studiò a lungo quella reazione del tutto spontanea che in nessun altra parte avrebbe mai avuto luogo, socchiuse gli occhi quando una piantina di rose risiane finte impattò contro la paratia, in fondo...erano rose finte, si alzò lentamente e le si avvicinò porgendole delle garze dal medikit che teneva in studio> Il mio primo ricordo di te, il mio vero primo ricordo di te...<si corregge> risale quando durante un sabato pomeriggio, camminando trai giardini dell´accademia, ti trovai sola con la chitarra sotto ad un albero..<le tampona le ferite piano, prendendole le mani> Ricordi ? stavi per andare via, scocciata che ti fossi capitata sulla strada...poi quando hai capito che non ero li per rimproverarti qualcosa o farti la morale, mi suonasti quel pezzo <assottiglia gli occhi per ricordare> Asturias? <la guarda fugacemente prima di tornare a disinfettarle le mani>
Albèniz,si...<risponde sommessamente lasciandola fare> Pochi lo sanno ma Isaac Albèniz fu un bambino prodigio tanto quanto Mozart..<spiega piano mentre si lascia medicare le mani> è stato l´unico vero erede di Franz Liszt, era il pezzo con cui mi sono diplomata al DAMS..<specifica> anche se ho sempre preferito Mozart, il suo genio è stato il suo tormento..come per me. <scuote appena il capo> ma cosa c´entra?
Ecco, questa cosa non me l´avevi mai detta <con tono materno e rassicurante> C´entra..come c´entra adesso, mi hai permesso di vederti...<termina la fasciatura> tu permetti a pochi di vederti e se lo fai parli attraverso quell´unica parte di te che crede ancora in quei pochi, misurati scampoli di bellezza...per questo preferisci quello slang da ghetto? perchè gli altri non se lo meritano Isaac Albèniz?
Non c´è stata molta bellezza nella mia vita così...me la sono costruita nella mia testa, nella mia orchestra immaginaria <sospira> io la dirigevo ...non c´era una nota fuori posto, un fraseggio asincrono, erano sempre tutti davanti a me pronti a seguire la mia bacchetta e a fare qualcosa di straordinario, nessuno voleva rubare, fregare il prossimo o picchiarmi...quello che non ho avuto me lo sono inventato e ..nessuno doveva rovinarlo, nessuno perchè ca**o era il mio momento di bellezza in mezzo alla me**a <inizia lentamente a piangere> Non ho mai avuto le parole giuste, ho sempre sbagliato tutto, tempi...modi...persone...ma mai una nota. Mai -una- nota <sillaba> Nella mia mente è il posto in cui sono salva, l´unico in cui non rischio di combinare cavolate, ma da quando lei è morta...sono finite anche quelle. Si è spento tutto...il mio egoismo è stato tale da portare alla morte una persona e non può esserci più bellezza in questo, una persona come me...<pausa> non può avere nulla dentro...nulla..<torna a piangere sommessamente>
Non è vero Emily! tu sai parlare di tante belle cose, lo so, l´ho sentito! <insiste> Questo muro ti terrà lontano da tutti e se c´è un piccolo sfiatatoio, tu lo chiudi e ci soffochi dentro! Non avevo mai sentito nessuno suonare con quella bravura, tu non stavi solo suonando note...tu eri quella musica, la sentivi dentro e io ero li ad ascoltarti e mai ho sentito qualcuno suonare con tanta pancia, cuore e nervi! Ci sputavi l´anima su quelle corde, non facevi la finta intellettuale per darti arie...non c´era nulla di costruito di ..artefatto, eri tu...ed eri bellissima..<le sorride un po> non permettere a questa cosa di spegnerti...Asuna ha fatto una scelta, ma le scelte degli altri non sono colpa nostra, non l´hai uccisa tu ma la sua visione errata della vostra storia...<termina di bendarle la mano> Molte persone non sarebbero state cosi sincere da lasciare andare qualcuno ...tu le hai dato la possibilità di ricominciare, lei non ha retto. Non le hai negato la vita..lei non l´ha voluta vivere, non commettere mai l´errore di dipendere da qualcuno..tu sei completa anche da sola, stai bene con gli altri se stai bene con te stessa, vale per tutti...valeva per Asuna e vale per te.
Ti ho distrutto lo studio..<riesce solo a rispondere> fammi pure rapporto...non è un problema, io, io dentro di me lo so che non è colpa mia, perchè ero parte della storia anche io e so di averci provato, so che io volevo che andasse dannatamente bene! ho fatto il meglio che potevo ma...è come se non so più chi avevo accanto..una vita di cui non sapevo nulla, lei sapeva tutto della mia...io ho scoperto di non sapere nulla <scuote il capo> chi avevo davanti? Un attimo prima era attaccata a me, un attimo dopo minacciava mio fratello con un coltello...nessun amore può valere tanta violenza in cambio...<scuote il capo> Tanta voglia di vendetta...io non c´ero più, c´era solo la vendetta...<risponde abbassando il capo> non potrò mai scordare quella foto, quel sangue...quello schiaffo...perchè mi ha dato uno schiaffo? io non l´ho tradita..con O´brien era solo una ripicca scema, uno scherzo da due soldi...perchè mi sono meritata uno schiaffo?
Era amore o era violenza? Io non le ho mai alzato una mano e mai mi sarei permessa...<scuote il capo> io non lo so Viktoria, non ci ho più capito nulla..<scuote il capo>
Cosa? non è successo nulla, mi è tutto caduto accidentalmente dalle mani <mezzo occhiolino> colpa mia..<sorride appena> sono contenta che tu abbia tirato fuori tutto..ti sentirai meglio..vedrai..<annuisce> Il resto..è solo un problema di fondo, il nostro passato ci segna volenti o nolenti, se non sei una persona stabile, non puoi essere equlibrata nei rapporti con gli altri, lei aveva parecchi traumi irrisolti, li ha nascosti bene anche a me..non sei l´unica che non sai chi ti sei ritrovata davanti ad un certo punto..se hai perso tu, ho perso anche io..<le scompiglia un po i capelli> era lei che stava male, tu hai cercato di aiutarla come hai potuto...non rovinarti la vita, va avanti per te, per la persona che credi di essere e quella che credi di poter diventare...dai il meglio, le persone lo vedranno...e se sbaglierai, ricomincerai da capo <sorride> non sarà successo nulla di grave...ora va, ci vediamo la prossima settimana, okkey?
Ahm...regge la balla se dico che ho usato i suoi manichini da karate senza guanti? <la guarda aggronttando le sopracciglia> o do la colpa agli sbirri ? <ci pensa> do la colpa agli sbirri..<annuisce> Arrivederci doc..e...le devo una sonata di Albèniz..<alza la mano e va via >