Diari Personali

Ogni personaggio del gioco può scrivere il proprio diario, puoi leggerlo e conoscere la sua crescita, ma ricordati che ON GAME non puoi sapere cosa ha scritto!

DIARIO PERSONALE DI HYPATIA ZHU

Data Stellare 29.07.2266

Mi appresto a presentare la prima riunione tematica al personale della USS Genesis, sebbene sia convinta che la permanenza a Yorktown remi contro il buon esito dell´incontro. C´è molta confusione. Presumo si avverta l´assenza della routine di bordo. Non importa: mi preparo al meglio delle mie possibilità. Dopo aver scartabellato i vecchi rapporti, sono persuasa che esista anche un discreto pregiudizio nei confronti degli incontri del settore benessere dell´equipaggio, percepiti quasi alla stregua di noiose procedure o test di valutazione. Non ho in mente niente di tutto ciò. Una scarsa affluenza potrebbe non aver nulla a che fare con le mie capacità di coinvolgere eventuali partecipanti. Vedremo.

In fin dei conti dovrebbe essere persino divertente come esercitazione. Un po´ come risolvere un caso, un´indagine à la Sherlock Holmes: i partecipanti riceveranno prima informazioni sul caso, per potersi ambientare. Poi darò loro alcuni dossier e su di essi dovranno agire come profiler, cercando di ricavare informazioni preziose; chi riuscirà a sfruttarle al meglio potrà "estorcere", pacificamente ben inteso, informazioni ai teste.

Il criterio mi sembra semplice quanto ambizioso. Dovranno tener conto di ogni minuscolo dettaglio, anche insignificante: ogni piccolo tassello compone il mosaico. Ogni scelta ha il suo perché, anche inconscio. Il primo testimone, mettiamo per ipotesi, è scaramantico: ha rifiutato l´alloggio 17. Un banale dettaglio, si dirà. Eppure ponendosi le domande giuste ecco che si vedrà tale dettaglio guadagnare sempre più rilievo; ed ecco che mettendolo in relazione ad altri momenti della vita del teste, risulterà sempre più denso di significato. Perché, mettiamo per ipotesi, un uomo di scienza, ancora può credere all´antica superstizione dell´influsso numerologico? 
Si comincerà col registrare il conflitto in corso tra ciò che definiamo da un lato antico e superato (la scaramanzia e la superstizione), dall´altro moderno e avanguardistico (la sua formazione scientifica).
Si potranno dunque avanzare alcune ipotesi.

Questo conflitto serve forse ad equilibrare uno scompenso? possiamo supporre debitamente che lo scienziato in questione viva immerso nelle sue Leggi fondamentali, nel suo gigantesco universo spiegabile scientificamente: una realtà soffocante. Supponiamo allora che VOGLIA credere in qualcosa di "stupidamente fasullo" e inspiegabile, al solo scopo di inceppare i meccanismi della sua efficacissima logica. Lo farà come per prendere una boccata d´aria. Per riaffermare un dubbio, in quell´oceano di certezze che può far sentir naufraghi.

O forse è un´altra la spiegazione? potremmo mettere questa sciocca notizia in relazione a un dato importante: lo scienziato ha un brevetto da pilota. E allora proviamo a immaginarlo questo corso di pilotaggio: circondato da fieri eredi dei nocchieri d´un tempo - gli uomini più scaramantici di Sol III - c´è quest´uomo di scienza che crede solo in tutto ciò che possa essere osservato e misurato. E´oggetto di scherno, di prevenzione. E´ un pesce fuor d´acqua. Ed ecco allora scattare, come d´istinto, un meccanismo difensivo. Ecco che l´ingegno umano induce sempre all´impiego di strategie adattative: si farà anche lui scaramantico, per accomunarsi al gruppo. Sarà ben disposto a barattare un po´ della sua fede nella scienza per un po´ di calore umano. E da allora, quella superstizione futile è come un´allergia che non vuole sapere di scomparire: rifiutando l´alloggio 17, lo scienziato afferma e reclama l´adesione ai riti sociali. Non vuole più saperne d´essere solo: quel rifiuto lo rende forte, sicuro, protetto.

Naturalmente non è facile riuscire a far intuire la corretta applicazione di tali speculazioni psicologiche: deve esserci rigore scientifico, elementi validi su cui appoggiare deduzioni di questo genere. Spesso si offrirà il fianco a chi banalmente non vuol credere al rigore scientifico che la psicologia merita. Ma lo psicologo sorride, intuendo che dietro ogni prevenzione si annida sempre un meccanismo difensivo: chi può aver paura della psicologia, se non colui che teme di veder svelata la propria psiche?

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